Formazione

Studiare l’impresa etica fa bene alla carriera

I corsi di imprenditorialità sociale dei principali Mba del mondo non puntano più solo a formare manager del non profit

di Carlotta Jesi

Studiare come rendere il mondo migliore è un volano per la carriera. E non solo nel terzo settore. Parola del Financial Times, che è andato a cercarne le prove nei programmi di insegnamento degli Mba, i master of business administration, più famosi d?America e d?Europa. Risultato: da Harvard ad Oxford, i corsi di imprenditorialità sociale hanno cambiato obiettivo. «A metà degli anni 90, quando sono nati negli Usa, puntavano a formare i manager del non profit», spiega il prestigioso quotidiano inglese, «oggi invece servono a dimostrare che ogni tipo di azienda deve preoccuparsi del proprio impatto sociale». Gli studenti dell?Harvard Business School sembrano aver imparato la lezione: un recente studio ha dimostrato che più di un terzo siede nel board di qualche organizzazione non profit e che la loro sensibilità sociale cresce di pari passo con la carriera. Lo dimostrano i contributi stanziati per il Service Leadership Fellow Programme, che consente ai neo masterizzati di lavorare per un anno presso un ente pubblico o non profit. Lo stesso accade alla New York University: dal 2004, gli alunni dell?Mba con buone idee di business ad alto impatto sociale possono accedere alla linea di microcredito offerta dalla Steward Satter Social Entrepreneurship Programme, finanziato da ex alunni, con 500mila dollari l?anno. E in Europa? I primi atenei ad adottare questo nuovo approccio di insegnamento sono stati l?Iese Business School di Barcellona e la Said Business School di Oxford. Nella prima, oggi segue il corso di ?social entrepreneurship? un quarto degli studenti, mentre ad Oxford, prima università inglese ad offrire un insegnamento di imprenditorialità sociale all?interno dell?Mba, Jeff Skoll, primo presidente di eBay, ha creato un centro per promuovere l?impresa etica e un forum di discussione internazionale sul tema. Guai a sottovalutare l?utilità di queste iniziative e dei molti fondi di microcredito gestiti dagli studenti delle università americane, avverte il Financial Times: «Assicurano che le idee di business ad alto impatto sociale arrivino alle orecchie anche degli studenti che non seguono i corsi di imprenditorialità etica».


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